PREFAZIONE
Scrivere dell’amore non è certo una cosa semplice e ,onestamente, neanche poi tanto innovativa.
Molte scrittori , infatti ,hanno parlato dell’amore , di quello appassionato delle grandi storie , l’amore felice , l’amore che abbatte tutti gli ostacoli.
Ciò che diversifica tutte quelle persone da me è che
1) io non sono uno scrittore
2) io ho deciso di raccontare l’altro lato dell’amore , quello di cui nessuno parla , ma che esiste.
L’amore solitario , taciuto, costretto a rimanere strozzato in gola , l’amore segreto , infantile , non corrisposto.
L’amore che uccide , corrode l’animo , avvilisce e distrugge la mente.
L’amore che non ci piace ma che tutti , almeno una volta nella vita , abbiamo incontrato.
L’amore difficile da superare, difficile da dimenticare ; ognuno prova a reagire come può , come meglio crede , come ritiene più giusto e opportuno , l’importante è che riesca a farlo.
“Questo amore” racconta appunto una di queste storie, una storia semplice in cui un ragazzo si innamora di una ragazza che non corrisponde il suo amore e , da felice e allegro che era , diventa triste e disperato.
“Questo amore” racconta di come questo ragazzo abbia sofferto , abbia creduto di aver perso la gioia di vivere e di come l’abbia ritrovata cercandola nelle cose più semplici che aveva sempre avuto accanto : la famiglia , gli amici , sé stesso.
Tutto ciò non vuole però essere un monito per nessuno , né tanto meno insegnare qualcosa , non vuole essere un ‘atto d’accusa né di difesa , è solo una storia scritta da chi è innamorato della vita e dell’amore e che si aspetta che un giorno questo amore venga ricambiato.
Raffaele
QUESTO AMORE
Avete mai visto un film sull’amore?
Bene , prendetene uno , uno qualsiasi e scomponetelo nei suoi elementi essenziali : ragazzo , ragazza , sesso , separazione , tristezza , riconciliazione.
Hanno sempre gli stessi elementi e hanno tutti la stessa trama : un ragazzo e una ragazza si incontrano , si piacciono , passano quaranta minuti prima che se lo dicano , altri dieci perché facciano l’ amore , un'altra quarantina di minuti perché si lascino senza motivo e mezz’ora per vedere i due protagonisti sull’orlo del baratro e alla fine , come per magia , uno dei due corre verso l’altro , si trovano , si abbracciano , si baciano e vissero tutti felici e contenti.
Ecco qua ho descritto la trama di tutti i film d’amore a partire da “Innamorarsi” a “Paura d’amare” , passando per “C’è posta per te” a “Pretty Woman” e qualsiasi altra pellicola vi venga in mente.
La stessa cosa accade per le canzoni d’amore , veramente la cosa è un po’ più complessa perché le canzoni d’amore si suddividono in tre gruppi : 1) le canzoni di quelli mollati dal partner 2) le canzoni di quelli che avrebbero voluto un partner ma quello non ci è stato 3) le canzoni di quelli che il partner ce l’hanno e gli giurano amore eterno.
I primi due gruppi sono i più tristi : il cantante racconta delle sue pene amorose , di come era bello stare con lei o lui , di come sarebbe stato bello starci , del perché si sono lasciati e il tutto è velato da un alone di solitudine depressiva.
Il terzo gruppo invece sono i più allegri , cantano la loro felicità , giurano amore eterno , promettono di comprare una grande casa dove possono vivere insieme , anche se non hanno soldi.
Io , per anni , ho pensato che tutte queste cose viste nei film , o sentite alla radio , fossero cazzate.
Mi chiedevo per quale motivo l’amore dovrebbe spingere un ‘uomo a perdere la propria dignità per dire a una ragazza ,che non ti vuole, che l’ami follemente , che faresti tutto per lei , che non puoi vivere senza lei e magari ammalarti e deprimerti perché non hai speranze.
Perché tutto questo?
Se una ragazza non ti vuole , significa che non fa per te : trovatene un ‘ altra e non romperci l’anima scrivendo una canzone o facendo un film.
Questo è quello che pensavo e credevo , fino a quando nella situazione dei film e delle canzoni ci sono finito anche io.
Proprio così , io sono diventato a mio malgrado il protagonista di una storia d’amore , ma non una storia dove tutto va bene , dove ci si ama e si sta insieme , no: io sono capitato nella situazione in cui la ragazza neanche ti considera , quella in cui fai di tutto per averla ma ogni cosa è inutile e finisci sempre di più col deprimerti e stare male.
Sono capitato nella situazione in cui l’amore ti distrugge , ti priva di tuoi sentimenti , ti uccide lentamente e ti pone davanti a due alternative : o reagisci , o muori dentro.
Ovviamente la scelta più razionale , più logica sarebbe reagire , fregarsene di lei , di ciò che la riguarda e pensare a te stesso e al fatto che il mondo è pieno di donne.
Sicuramente è la scelta più logica , ma anche quella più difficile , perché quando hai toccato veramente il fondo , quando vedi che ormai non ti importa più niente di quello che ti succede attorno ,quando vedi che stai affogando lentamente in un mare di solitudine è molto più facile andare giù per sempre ,che provare a risalire.
Tutto cominciò con una gita a Berlino , l’ultima mia gita da studente , dove partii con l’idea di farmi una certa ragazza di un'altra classe e tornai invece innamorato di una in classe mia.
Perché mi innamorai di questa ragazza non lo so ancora a distanza di tempo e forse non lo capirò mai , probabilmente fa parte di quella serie di eventi che capitano a volte nella vita di un uomo e che non hanno alcun tipo di spiegazione ; tu la cerchi ma non la trovi.
Mi riferisco a quei fenomeni strani come la Grecia che vince gli Europei di calcio , Maradona che sbaglia un calcio di rigore , Totti che azzecca un congiuntivo , l’Inter che vince lo scudetto , insomma eventi senza comprensione.
Galeotta fu Berlino dunque , ma forse Berlino fu solo l’ultima tappa di un processo che si era già messo in moto da tempo , almeno da qualche mese.
Di questo devo ringraziare il mio amico Marco , perché fu lui a infilarmi nella mente quella ragazza con una vera e propria opera di sponsorizzazione 24h su 24.
Quando gli chiesi il perché mi parlasse sempre di lei ,lui mi rispose :
“ E’ un periodo che sei troppo nervoso , dovresti scopare una ragazza!”
Bellissima risposta devo dire , fine soprattutto, ma Marco è fatto così : non conosce mezze misure e va subito al sodo ; un altro al suo posto avrebbe detto:
“ Sei un po’ giù di corda , dovresti trovare una brava ragazza con cui uscire!”
Invece lui ha tradotto il “dovresti trovare una brava ragazza” con “dovresti scopare una ragazza” , ma in fondo non ha tutti i torti.
Si , perché quando hai la nostra età , a proposito io ho appena compiuto venti anni , non te ne frega niente di uscire con una ragazza , portarla a cena , a ballare e altre stronzate : te la vuoi scopare e basta!
Però , non so perché , a me non è andata proprio così con questa ragazza ; io non ho mai pensato lei come un oggetto col quale divertirmi e poi scaricare , io non mi sono innamorato solo delle sue forme , dei suoi seni , del suo sedere : io mi sono innamorato della persona , del suo carattere , dei suoi modi di fare.
E’ stata la prima volta che ho messo in secondo piano la sfera sessuale nell’attrazione che mi ha spinto verso una ragazza , e questo è stato il mio più grande errore.
Se fossi stato attratto solo dal suo fisico , l’avrei dimenticata subito ; in fondo due tette , una fica e un culo ce l’hanno tutte e mi sarei tranquillamente buttato tra le braccia di un'altra.
Invece dimenticare una persona , dimenticare certi momenti vissuti insieme (anche se solo da amici) è molto più difficile e doloroso.
Al momento in cui Marco sponsorizzava questa ragazza , io attraversavo uno strano periodo : ero stato un po’ di tempo prima con una ragazza che mi piaceva veramente , ma purtroppo la stronza mi aveva mollato per una grandissima testa di cazzo e la cosa mi aveva al quanto fatto girare le scatole , tanto che il giorno dopo che i due si erano messi insieme , andai da quel deficiente e lo presi a cazzotti.
Nel periodo che intercorse tra quella storia e l’inizio della sponsorizzazione da parte di Marco , c’era stata solo una ragazza con la quale ero stato in una gita a Praga , poi il nulla più assoluto , un po’ perché non avevo voglia io , un po’ (soprattutto) perché non avevano voglia loro.
L’espressione “dovresti scopare una ragazza” quindi era molto appropriata e anche “sei troppo nervoso” era azzeccata perché , detto tra noi , andare avanti a troppe seghe tende a innervosire la gente.
La prima volta che Marco mi parlò di questa ragazza fu durante l ‘estate del 2003 , in un pub.
Eravamo : io , a proposito il mio nome è Roberto , Marco e un altro ragazzo , Sandro che era il più sfigato di noi tre , perché mentre a me e a Marco qualcuna ce l’aveva data , a lui non l’aveva data neanche la più grossa maiala di Firenze.
Accadeva spesso che , dopo un paio di birre cominciassimo a parlare delle cose più svariate e, tra queste , anche di ragazze.
“ Roberto ,ma allora a donne come siamo messi?”
“ Marco, non credo di volerne parlare”
“ Forza dai è l’ora che noi tutti ci troviamo una ragazza!”
“ Intendi una per uno o ne troviamo una per il gruppo”
“ Sandro, non sparare cazzate!”
“ Ok scusa se ho urtato la tua sensibilità.”
“ Sandro, vaffanculo”
“ Ma il mercato che offre?”
“ Poco , Sandro , poco”
“ Tu , Roberto potresti tentare con qualcuno in classe tua!”
“ E chi?”
“ Domitilla”
“ Ha l’uomo”
“ Capirai che bel uomo!”
“ Io non capisco perché tutti lo insultate quel poveraccio! E’ antipatico ,lo so ma almeno lui ha una ragazza accanto mentre voi da un po’ di tempo…”
“ Noi eh? Non sfottere che non tutti hanno la fortuna di essere figo come te!”
“ Perché,io sarei figo?”
“ Secondo alcuni , anzi secondo alcune…”
“ Modestamente ho il mio fascino!”
“ Ma va a cagare! A proposito di donne , Anna? L’hai più rivista?”
“ Abitiamo nello stesso palazzo , anche non volendo…”
“ E che effetto ti fa rivederla? Ormai è passato del tempo , è ora che te ne faccia per sempre una ragione! Ma poi scusa che vuoi di più dalla vita: sei stato con questa ragazza , e ora sei per giunta libero di fare quello che ti pare! Ma lo sai se questa ti si appiccicava addosso non te la levavi più di torno! Ti prego portami al cinema,amore! Andiamo a fare un giro! T’avrebbe rivoltato come un calzino! Credimi è meglio che sia finita!”
“ Può essere!”
“Comunque l’ho vista ieri,con il suo nuovo ragazzo.
Cazzo non ci credo che ti abbia mollato per lui !Quello li ‘ è inguardabile, è un insulto alle scimmie, se lo vede Piero Angela gli fa fare una puntata speciale di Quark dal titolo “Dinosauri : li credevamo estinti e invece c’è ancora un esemplare”
“ Lo so però a lei piace …”
“ Tu sei molto meglio”
“ Grazie tesoro! Ti terrò presente come possibile spasimante!”
“ Ti odio quando fai il gay! Comunque , seriamente è ora che la smetti di pensare a lei e ti fai una nuova vita e magari ti trovi anche una nuova ragazza, non c’è nessun altra in classe tua da puntare?”
“Non è che vado a scuola per puntare le ragazze, non lo so se c’è qualcuno e sinceramente al momento non mi interessa! Io non voglio trovarmi nessuna ragazza : sto bene così e poi , come dicevi tu : sono libero di fare quello che mi pare! Voglio andare con una ragazza? Ci vado! Che volere di più?”
“ Amore , affetto e tutte quelle cose che solo una relazione ti può dare!”
“ Può essere ma , per ora, non mi sento pronto. Sono rimasto scottato dall’ultima volta!”
“ Te l’ho già detto prima : dimentica! Non tutte le storie sono uguali , non tutte le ragazze sono uguali !”
“ Questo è vero! Sentiamo un po’ , secondo te chi potrebbe essere la ragazza adatta a me?”
“ Ci sarebbe Camilla”
“ Non mi ispira granché , è carina ma non mi attira,anzi.”
“ Ma che ha che non va?”
“ Niente , assolutamente! E’ che non la conosco neanche …”
“ Ma come? Ci hai fatto un anno insieme di superiori e non la conosci?”
“ Ma se non abbiamo quasi mai parlato?”
“ Allora parlale , genio! Adesso inizia la scuola e parlale, ma parlale veramente tanto , capito?”
Questo fu il nostro primo , interessantissimo e coltissimo dialogo sulla ragazza in questione , a proposito , per chi non l’ avesse capito , il suo nome era Camilla.
Io e Camilla , come avrete certamente intuito , frequentavamo lo stesso Liceo a Firenze , per meglio dire la stessa classe , sezione C.
Un tempo in quella classe c’era anche Marco , ma la perfida professoressa Bubboni di storia e Filosofia e l’arcigno professor Calabria di Matematica e Fisica avevano ritenuto opportuno bocciarlo.
In verità , rimanga tra noi , avrei dovuto essere bocciato anche io quel anno, ma perché ciò non accadde rimane ancora un mistero.
Marco ritiene che i professori abbiano giocato la nostra bocciatura a dadi , se fosse uscito un numero inferiore a 3 , bocciavano lui , superiore a 3 , bocciavano me.
Comunque sia , io andai in quarta , lui rimase in terza.
Pochi giorni dopo, incominciò per me l’ultimo anno di Liceo.
Io ho sempre considerato il liceo come una condanna: mi sono sempre sentito come un carcerato ,condannato a cinque anni forzati, e che ora avrebbe dovuto scontare l’ ultimo anno di galera per poi godersi poi la libertà.
In verità non è che ci si stesse proprio male, anzi la compagnia era ottima , ma ho sempre odiato dover studiare per forza materie che non mi piacciono per niente : chimica , fisica, latino , filosofia.
Se avessi potuto , avrei tranquillamente fatto un falò dei libri di quelle materie e cancellato immediatamente dalla mia mente tutto ciò che mi avevano costretto a imparare riguardo ad esse.
Più volte scherzavo con Marco sul fatto che lui dovesse scontare ancora due anni lì dentro e ,ogni volta che l’argomento veniva tirato in ballo, Marco bestemmiava tutti i santi del paradiso e malediva la prof Bubboni e il prof Calabria.
Venne finalmente il primo giorno dell’ultimo anno di Liceo.
Io , come tutte le mattine , mi svegliai a fatica , mi alzai dal letto in catalessi , feci colazione e mezzo addormentato mi diressi verso la maledetta fermata dell’ autobus, vicino alla stazione di Santa Maria Novella.
Dico maledetta fermata , perché aspettare lì sotto , per un quarto d’ora, l’autobus che ovviamente è in ritardo , quando davanti a te c’è la scalinata della stazione da dove scendono tremila persone , a destra c’è un ingorgo con gente che suona il clacson e bestemmia, a sinistra c’è un altro ingorgo dove non suonano il clacson ma comunque bestemmiano e tutto questo quando te ti sei svegliato da venti minuti , sono le sette e mezzo di mattina e magari ti girano anche le palle.
Quando , poi finalmente tra spintoni di massa , riesci a salire sul tram e credi che tutto sia finito , c’è sempre la solita vecchina che ti dice di spostarti un po‘ più in là anche se sei pigiato come una sardina e ti verrebbe voglia di usare la testa della vecchia come ariete e sbaragliare tutte quelle persone sul tram , compreso l’autista e mandare a fanculo tutti.
Vi assicuro che assistere allo stesso rituale per cinque anni è stressante e quindi maledetta quella fermata e tutte le fermate del centro di Firenze.
Con un calmo e rilassante viaggio dunque , arrivai al Liceo, in ritardo come sempre.
Fuori dall’ edificio c’erano i miei compagni di classe : tra i quali il mio omonimo Roberto , Antonio , Renato e le ragazze : Alessia , Domitilla e ovviamente Camilla.
Nel rivedere Camilla mi venne di sorridere , il perché non lo so , lo fece istintivamente , senza rendermene conto , senza volerlo , senza capirlo.
Mezzo addormentato e con le cuffie all’orecchie , arrivò Marco.
“ Buongiorno!”
“ Speriamo! Ho un sonno che muoio!”
“ Dai , che la Bubboni ti aspetta!”
“ Io, un giorno o l’altro ,l’ammazzo quella donna!”
“ Non ci pensare, ancora due anni e te ne vai!”
“ Come ti odio , bastardo! Te tra un anno sei fuori mentre io …maledetta Bubboni!”
Le mattine mie e di Marco cominciavano sempre così : io che lo sfottevo , lui che bestemmiava e infamava i professori , il sistema , lo stato , il governo , la nazione e ogni cosa li venisse in mente.
Era solito tra noi ragazzi parlare , prima che la campanella suonasse e ci intimasse di entrare a scuola , parlare di tante cose , tenendo conto comunque che erano pur sempre le otto di mattina e che il cervello era ancora in fase REM.
Antonio parlava sempre di videogiochi , arrivava e cominciava a raccontare di Resident Evil , Diablo I , II e III , Carmageddon , Fifa ; Pro Evolution Soccer e tanti altri.
Roberto , l’altro s’intende , invece stava zitto , probabilmente perché il suo cervello a quell’ora era ancora in fase primordiale.
Renato parlava spesso di musica , di gruppi rock come U2 , Oasis , Darkness , Aerosmith e spesso parlava di cinema con me; parlavamo di registi come Tarantino , Scorsese e di film come Quei Bravi Ragazzi , Le Iene , Pulp Fiction , Casinò , Il Padrino.
C’era un ‘ enorme differenza tra me e Renato : mentre lui conosceva benissimo il mondo della musica e aveva una buona infarinatura di cinema , io ero un grande esperto di cinema ma per quanto riguardasse la musica era già tanto se sapevo che Yellow Submarine l’avevano fatta i Beatles e non i Rolling Stones.
Quindi , quando io gli parlavo di cinema lui capiva benissimo, quando lui mi parlava di musica era come se ascoltassi parlare tedesco: non capivo un cazzo.
Le ragazze generalmente parlavano delle materie del giorno : Fisica , Matematica , Latino , e quando la campanella suonava , erano le prime ad entrare a scuola.
Noi ragazzi invece ce la prendevamo comoda , con calma e molto , molto lentamente.
Per arrivare alla nostra classe , bisognava attraversare tutto l’ edificio , dirigersi verso la rampa di scale in fondo ad esso e salire tutti i piani fino all’ultimo, era posta infatti in un luogo sperduto in rialzo rispetto alle altre.
Arrivando davanti alla porta si leggeva 5 C ed entrando si vedeva la cattedra in lontananza e tre file sulle quali si disponevano i banchi.
La classe era così composta, partendo da sinistra vicino alla finestra c’erano Renato e Antonio , dietro Camilla e Domitilla , dietro loro c’era una triade di cervellone :Alessia , Giulia e Claudia e dietro loro ,due che al cospetto delle cervellone un po’ sfiguravano : Roberto e Roberto.
Continuando c’erano Virginia e Deasy , Silvia e Silvia , Silvano e Alessio e Gloria e Linda.
I professori erano uno più strano dell’altro , sembrava che la scuola avesse bandito un concorso per comici , che questi l’avessero vinto e che lavorassero come tali in quella classe.
Partendo dal più strano , il prof Gallina di Italiano e Latino , erano tutti un campionario di originalità e stravaganza.
Il prof Gallina era un uomo di mezz’età alto, un po’ gobbo e con un forte sospetto da parte di tutti che portasse uno strano ,quanto bizzarro,parrucchino.
La frase che più spesso ripeteva durante le lezioni e le interrogazioni era un laconico “ mi va bene” che usava in ogni situazione per riprendere il filo di un discorso.
Un altro campione di bizzarria era il prof Calabria di Matematica e Fisica, un po’ riservato ma molto buffo a partire dal suo abbigliamento e al fatto che avesse degli strani baffetti stile fuhrer che lo incattivivano un po’.
La sua peculiare caratteristica era che storpiava verbi e parole a suo piacimento , diceva infatti “tennia” per “tecnica” , “l’aire” per il “via” , “arrocchettolare” per “aggrovigliare” e molti altri neologismi.
La prof Bubboni era una strana persona,insegnava Storia e Filosofia e non aveva una particolare caratteristica se non per il fatto che parlava a bassa voce e bisognava sforzarsi per sentirla.
Il prof Giovannelli insegnava Storia dell’arte ed era un tipo strano , molto strano in tutti i sensi.
C’erano anche la prof Cabina di Bologna che insegnava Inglese e Paccioni che insegnava Chimica.
La prima frase che il prof Gallina disse a noi alunni , appena entrò in classe fu :
“Ragazzi , quest’anno c’è l’ esame! Studiate perché qui non si scherza!”
La stessa cosa ripeterono tutti gli altri, senza eccezioni.
Scusate il sarcasmo , ma non credete fosse un po’ superfluo ricordarci che alla fine della quinta Liceo c’è un ‘ esame?
E’ come ricordare ai tifosi dell’Inter che alla fine del campionato perderanno lo scudetto : decisamente superfluo e ovvio.
Comunque ‘sta menata dell’esame ce la ripetevano ad ogni occasione buona e , ogni occasione era buona per mandare a cagare loro e l’esame.
Tutto quello che successe durante quell’anno non ha senso che venga qui riportato : fa parte dei miei ricordi privati che resteranno tali per sempre.
Vi basti sapere che la cosa più importante ai fini di questa storia fu la tanto agognata e amara gita a Berlino , da dove cominciarono tutti i miei guai.
La gita era stata organizzata dal prof Giovannelli e dalla prof Paccioni e prevedeva 7 giorni di itinerario , passando anche da Norimberga come tappa di sosta.
Insieme alla nostra classe , veniva anche la 3 D , dove c’era una grandissima gnocca bionda che , onestamente , mi sarei fatto molto volentieri.
L’idea era quella di sfruttare la gita per passare all’ attacco , circuirla , baccagliarla per interderci e poi arrivare al sodo , e nel caso specifico ce n’era tanto di sodo.
Ma , destino volle che partii con questa idea e tornai con un’ altra in testa : Camilla.
Per la verità , grazie a quel bastardo di Marco , era tanto che pensavo a Camilla , ma il suo comportamento nei miei confronti , vale a dire disinteresse totale , e il mio nei suoi , ovvero disinteresse ancora maggiore , mi aveva indotto a non prendere mai in seria considerazione il fatto di poter pensare a lei come a qualcosa di più che una semplice compagna di classe.
Invece in quella maledetta settimana di Marzo del 2004 tutte le certezze della mia vita caddero , come foglie d’autunno.
La partenza era fissata alle 5.00 di mattina , davanti al Liceo.
Era Domenica , probabilmente la prima Domenica della mia vita in cui mi alzavo alle 5.
Arrivai davanti al Liceo accompagnato da mia madre e trovai Renato , Roberto , Domitilla e Antonio già sul posto.
Erano tutti assonnati e , per poco , neanche mi salutarono ; pochi minuti dopo arrivarono Alessia e Camilla.
Oltre ai miei compagni di classe , erano arrivati anche alcuni alunni di terza , tra cui anche la strafiga ,e quindi mi diressi verso loro e , soprattutto verso lei.
Io ero abbastanza popolare anche tra gli alunni di terza , un po’ perché molti tra quelli erano amici dell’altro Roberto , ma soprattutto perché avevano anche loro il prof Gallina e io mi divertivo a fargli l‘imitazione del professore e del suo “mi va bene”.
Cominciai a fare il cretino con loro , a sfottere alcuni ragazzi e ,nel mentre facevo questo , osservavo molto da vicino l’oggetto del mio desiderio sessuale.
I professori chiamarono l’adunata e ci invitarono , a bestemmie e urli , a salire sull’ autobus.
La prima cosa che ci disse il prof Giovannelli fu :
“Ragazzi , mi raccomando : non rompete i coglioni!”
L’invito era rivolto soprattutto a noi di 5 , che l’anno prima eravamo stati con lui in gita a Parigi e gliene avevamo combinata qualcuna , tra le quali quella di essere sul punto di essere denunciati dal portiere francese ( il portiere dell’albergo , no Barthez!!!!!) per schiamazzi notturni.
Il messaggio era chiaro e senza mezzi termini, ma per quello che ce ne fregava a noi , il messaggio era entrato da un orecchio e era uscito dall’altro.
Figuratevi se noi ragazzi , tutti diciottenni e diciannovenni , andavamo nel paese della birra e ce ne stavamo buoni e zitti a bere acqua!
No!!! E che cazzo : noi andavamo in Germania e ci scolavamo 20 l di alcool ciascuno e se ci girava , davamo fuoco anche all’albergo!!!
L’autista accese il motore e la gita a Berlino partì ufficialmente.
La prima tappa , come detto prima , era però Norimberga , perché arrivare dritti a Berlino sarebbe stato come spararsi nelle palle : un inferno.
Norimberga , per chi non lo sapesse, si trova nel sud della Germania , a poche ore dal confine con l’Austria , ed è una tipica città tedesca : fredda come il ghiaccio.
Non parlo della temperatura , mi riferisco alla città in generale , a come si presenta ai turisti , a chi la vede per la prima volta , è inespressiva , quasi monotona e un po’, ma solo un po’ , triste.
Vi faccio una confidenza : Norimberga è la città che a dato i natali a mio nonno.
Eh si , sono un po’ tedesco anche io.
Per la verità , sono anche un po’ americano , perché il padre di mio nonno , il mio bisnonno , nacque negli Stati Uniti , a New York , nel quartiere di Mean Streets : quello per intenderci del film di Martin Scorsese con Robert De Niro.
In seguito dagli USA , il mio bisnonno si trasferì con la moglie in Germania e molti anni dopo, suo figlio , cioè mio nonno tornò in Italia , nel paese da dove ,mezzo secolo prima,era partito suo nonno.
Questo per dire che nel mio sangue scorre sangue germanico e quindi , come in quello di tutti i tedeschi , scorre anche la birra.
Infatti , come arrivai in suolo germanico , sentii da lontano il dio luppolo che mi chiamava e mi diceva :
“ Vieni a bere!!!!!!!!!!!!”
E io :
“ Arrivo!!!!!!!!!!!!”
Infatti , arrivai subito.
Finita la squallida cena gentilmente offerta dall’albergo con i nostri soldi , io , Renato e Roberto salimmo nella nostra camera , dormivamo infatti insieme , e cominciammo a tirare fuori dalle borse , quello che avevamo comprato all’autogrill : rhum , birra , limoncello.
Pochi secondi dopo , bussarono alla porta Alessandro e Alessio.
Poi arrivarono Camilla , Alessia , Domitilla e in breve tempo la nostra stanza si riempii di gente.
Cominciammo a bere di tutto di più , soprattutto io e Renato , e in meno di un quarto d’ora sparì dalle nostre menti ogni barlume di lucidità.
Non mi ricordo molto di più di quella sera , quello che so me lo raccontò Roberto.
Disse che io e Renato giocavamo a calcio , lui faceva il portiere io tiravo in porta quello che trovavo : saponette , dentifricio , bicchieri di plastica e poi crollammo sul letto.
Disse anche che , mentre io ero svaccato sul letto , vennero in camera nostra anche alcune ragazze di 3 , tra cui la mega gnocca bionda in mutande.
Purtroppo, io questa cosa non me la ricordo per niente.
La mattina ci svegliammo tutti distrutti , Roberto aveva dormito per terra , io stavo talmente male che giurai che non avrei mai più bevuto.
Ovviamente non mantenni la promessa.
Dovevamo partire subito per Berlino quella stessa mattina , mentre sistemavo la mia roba sull’ autobus , incrociai con lo sguardo Camilla che si stava sedendo davanti a me.
Per la prima volta , non so perché , la guardai con occhi diversi e notai i suoi capelli biondi , il suo sorriso di prima mattina e inavvertitamente mi resi conto che quella ragazza magrolina , un po’ timida stava diventando nella mia testa qualcosa di più di una semplice compagna di classe.
Fu l’inizio del rapido processo che mi portò a breve ad innamorarmi di lei.
L’autobus partì e , nello stesso momento , partì anche la mia mente verso una meta sconosciuta e inesplorata : Camilla.
Per tutto il viaggio pensai quasi esclusivamente a lei , era la prima volta che lo facevo ; il pensiero di lei stranamente mi faceva stare bene , mi rilassava , ma non volevo ammettere a me stesso che mi stavo innamorando.
Soprattutto non volevo che lo capissero gli altri , non volevo che lo capisse lei , perché di una cosa ero sicuramente certo : lei non provava assolutamente niente per me.
Mi convinsi che dovevo reprimere i sentimenti che stavano nascendo in me , soffocarli prima ancora che venissero a galla , prima che accadesse l’inevitabile.
Lei era lì davanti a me , il mio cuore mi diceva che quella ragazza era quella che stavo cercando da tempo : semplice , carina , una con la quale instaurare un rapporto un po’ più serio di “una botta e via” , una da amare e dalla quale essere amato.
La mia mente però non era d’accordo con il mio cuore , mi diceva di non fare il cretino , di non mettermi strane idee in testa , di lasciar perdere tutte queste cose , che quella ragazza avrebbe fatto di tutto nella sua vita tranne che amare una testaccia come me.
E’ superfluo dire che fosse la mente ad avere ragione , ma il cuore , si sa ,talvolta è più forte del raziocinio e , al contrario di esso , non lo si può governare.
Quando il cuore decide di concedersi a qualcuno , tu non puoi fare altro che assecondarlo e obbedire ai suoi comandi , anche se ti rendi conto che quella è la più grande cazzata della tua vita.
Prima di obbedire al cuore , però la mente si impegnò in un ulteriore opera di dissuasione.
Arrivato a Berlino , nella stanza che dividevo rigorosamente con Roberto e Renato , il mio cervello cominciò a fare a cazzotti con il mio cuore , se ne dettero di santa ragione e a un certo punto la mente tentò una disperata quanto terribile mossa per chiudere il match : il dialogo davanti allo specchio.
Non so perché , ma un uomo davanti allo specchio diventa più razionale , riflette meglio,si sente più sicuro ed è capace di trovare le più svariate soluzioni ai suoi problemi.
Non so se avete visto Pulp Fiction di Quentin Tarantino, a un certo punto John Travolta , dopo la famosa scena del balletto con la Thurman, riaccompagna a casa la stessa , ossia Mia Wallace nel film.
Ora , ricorderete che la Thurman era la moglie del boss di Travolta e che lui la doveva accompagnare a divertirsi , niente di più.
Tornati a casa , la scena si fa bollente , lui se la vorrebbe fare , lei ci starebbe , ma non può altrimenti il suo capo , Marcelus Wallace , gli ficca una mitragliatrice su per il culo.
Per evitare di cedere ai bollenti spiriti , Travolta si chiude in bagno , va davanti a uno specchio e comincia a recitare un grande monologo ( ma perché non hanno dato l’Oscar a Travolta per quel film???):
“ Un bicchiere e nient’altro , non fare il cafone : bevi il tuo bicchiere!
Ma fallo in fretta ; dì buona notte e vai a casa! Questo è un test sulla moralità di una persona , per vedere se riesci o no a continuare a essere leale , perché essere leali è molto importante!
Però tu ora vai fuori e dici : buonanotte, ho passato una bellissima serata , apri la porta , entri in macchina , vai a casa , ti fai una sega e finisce la storia!”
Io più o meno feci la stessa cosa , andai davanti allo specchio e anche se non sono Travolta (nel senso che sono più bello) provai a cacciarmi dalla mente le mie idee del cavolo.
“ Ora basta , smettila di fare il cazzone! Ma che ti sei messo in testa? Quella è una ragazza seria e tu sei tutto il contrario di una persona seria , lei è razionale e tu non sai neanche dove sta la razionalità!
Con lei non puoi scherzare , non puoi fare il cretino , non puoi pensare di fartela e poi , quando ti sei divertito , mollarla come fai sempre.
Non puoi farlo , quindi ora smetti di fare il coglione , vai giù da lei , la guardi , le dici ciao come stai , poi senza fermarti , vai dritto verso il distributore delle birre , te ne prendi qualcuna , ti ubriachi e così la smetti di rompere il cazzo!”
Travolta , finito il monologo , trovava la Thurman in overdose e quindi , anche volendo , non poteva farci molto e , in un certo senso , il suo dialogo allo specchio funzionò.
Il mio un po’ meno , innanzitutto io non trovai Camilla in overdose , ma la trovai sorridente insieme alle sue amiche ; non appena la vidi il mio cuore prese a calci in culo il mio cervello e vinse l’incontro per K.O. , non potevo farci più niente ormai : la situazione stava scivolando verso il suo punto più basso : mi stavo innamorando!
Il difficile arrivava ora : che cosa fare?
Le alternative erano due : fare finta di niente o dirglielo e vedere la sua reazione.
Fare finta di niente mi avrebbe sicuramente distrutto ; tener dentro un peso così grande mi avrebbe ottenebrato la mente , ci sarei stato male e non avrei risolto nulla.
Dirglielo sarebbe stata sicuramente l’alternativa migliore e sicuramente la più facile , ma spesso le cose più facili sono quelle che ci bloccano e che non riusciamo a fare.
In fondo che ci voleva? Bastava andare da lei e dirle:
“ Ciao , senti mi sono innamorato di te!”
Semplice , diretto , veloce ; che ci voleva?
Già ,che ci voleva?
E allora perché a me risultava così complicato?
Passavo i minuti a immaginarmi la scena :
“ Allora , io vado da lei , la porto in disparte e le dico : com’è il tempo? No , che cazzo c’entra il tempo , siamo a Berlino è un tempo di merda! No , no così non va bene! Allora , vado da lei e le dico: come va? Bene , mi dice. E poi? Che le racconto? Potrei usare una metafora , no , troppo intellettuale! Potrei andare lì e dirle : ci stai? No , troppo volgare! Ecco , ci sono , vado lì e le dico le cose come stanno : senti , è un po’ che ti penso , mi piaci un casino , vorrei tanto fare l’amore con te! No , così mi uccide! Troppo diretto! Allora vado lì e le dico : senti… no , ma che cazzo le dico? Io non ci sono abituato a queste cose , di solito parto diretto , … a proposito potrei prenderla in disparte e infilarle la lingua in bocca e … e …e cosa? Mi odierebbe a morte per tutta la vita e come minimo mi tirerebbe un calcio nelle palle! No , non si può fare! … Allora io vado e… vado e… vado , ok vado a fare in culo!”
Non trovavo una soluzione , non sapevo come fare , mi vergognavo come un ladro.
Soprattutto avevo paura della sua risposta : io non sapevo ciò che lei provasse per me , ammesso ovviamente che provasse qualcosa , non sapevo come l’avrebbe presa , non sapevo niente!
Non sapevo proprio cosa fare e intanto cominciavo a stare male.
Dovevo raccontarlo a qualcuno altrimenti scoppiavo , ma a chi lo raccontavo?
A Renato , Antonio e Roberto non volevo raccontarlo : non sapevo come avrebbero reagito , nel senso che : o mi avrebbero preso per il culo a morte , o mi avrebbero preso per malato cronico.
A Domitilla preferivo non dirlo , non perché non mi fidassi di lei , anzi , però c’era qualcosa che mi impediva di farlo.
Rimaneva Alessia , che in realtà era sempre stata un po’ la mia confidente.
Decisi di raccontarlo a lei , avrei voluto farlo a Berlino , ma chissà perché , ogni qualvolta decidessi di parlarle Camilla stava sempre in mezzo e le conclusioni sono facilmente intuibili.
Non c’era verso di trovarla una volta da sola , sempre Camilla , ovunque , in ogni situazione ,in ogni secondo , in ogni momento : era come una maledizione , e più tempo stavo senza dirlo a qualcuno , più mi laceravo dentro.
Continuavamo a girare Berlino e io stavo sempre peggio , non avevo neanche più voglia di parlare con nessuno , scattavo foto a qualsiasi cosa e con lo sguardo seguivo sempre i movimenti di Camilla.
Stava diventando una vera e propria ossessione , la guardavo ridere , scherzare con le altre ragazze , ma la cosa più strana era che stava nascendo in me una sorta di furia omicida verso chiunque di sesso maschile si avvicinasse a lei.
Se un ragazzo le parlava , cominciavo a immaginare di fracassargli la testa con la macchina fotografica , o di strappargli il cuore e farglielo mangiare , di spezzargli entrambe le gambe , di impiccarlo con lo zaino in cima alla porta di Brandeburgo.
Stavo veramente raggiungendo il culmine della mia follia.
La notte non riuscivo a dormire , il giorno ero catatonico , non mangiavo , non parlavo , non facevo più niente.
Roberto se ne accorse , mi conosceva troppo bene per capire quando stavo male.
“ Che ti succede? Che hai?”
“ Niente , sto benissimo , perché?
“ Perché? Sei strano! Non sei quello di sempre , non fai battute , non rompi i coglioni alla gente , non dai noia alle ragazze , insomma non sei il solito!”
“ Io sarei questo?”
“ Senza offesa , si! Ma va bene così , è quello il Roberto che ci piace , che ci va! No questa specie di brutta copia venuta male.”
“ Non ho niente , don’t worry! Sono solo stanco , molto stanco!”
Effettivamente ero stanco , stanco di quella situazione.
Comunque decisi di fingere di essere quello di prima , se non altro per non rovinarmi la gita ( tanto ormai…) , ripresi a sparare bonariamente cazzate, a scherzare , ma non a ridere , quello proprio non mi riusciva.
Per tutta la gita finsi , recitai una parte , quella di me stesso e , onestamente , devo dire che la recitai molto bene , da Oscar direi.
Arrivò il giorno del ritorno in Italia.
La sveglia suonò alle 4.00 del mattino!
Penso di non essermi mai svegliato in vita mia alle 4.00!!!
Per colazione , il gentile quanto onorevolissimo e rispettabilissimo LupMan.,Grand Lad. , Farabut., FigldiPutt. albergo tedesco ci donò per bontà divina un pratico quanto comodo e bizzarro cestino con al suo interno le rispettive e ambite pietanze : un wurstel alle 4.00 di mattina , una banana , un cocomero a Marzo , un panino con prosciutto verosimilmente guasto il tutto corredato con praticissime posate in plastica che non avrebbero tagliato neanche la carta.
Salimmo sul pullman tutti ovviamente rincoglioniti e mezzi , per non dire tutti , addormentati.
Il viaggio si prospettava comodissimo e breve : 20 ore a sedere con forte rischio emorroidi.
Per le prime ore del viaggio io neanche mi resi conto che eravamo partiti , poi verso le dieci mi svegliai; la cosa particolare era che dalle 4.00 alle 10.00 il pullman aveva effettuato due fermate e io , a quanto asserirono gli altri , ero anche sceso , ma in tutta sincerità non ricordo di aver fatto nulla di tutto questo.
Quando , diciamo così , mi svegliai , Roberto , che era accanto a me , stava ascoltando un disco di John Frusciante , Renato ascoltava i Red Hot Chili Peppers , Antonio scherzava con Alessio, Domitilla parlava con Alessia e Camilla dormiva ancora.
In tutta fermezza posso affermare che gli unici momenti della gita in cui non pensai a Camilla furono quelli trascorsi dalla partenza fino a quel istante , perché da quando la vidi dormire , in me si risvegliarono tutti i sensi.
Ma , a proposito di sensi . vi ricordate che all’inizio della gita vi avevo parlato di una mega figa bionda di 3 D che mi volevo fare?
Ecco , io me ne ricordo eccome e quindi , come direbbe il Manzoni nei Promessi Sposi (effetti di cultura liceale) ritroviamo il nostro personaggio dove l’avevamo lasciato.
Piccolo flashback : la gnocca appena arrivata in terra di Germania fu adocchiata da un mandrillo di un'altra classe e , per non farla troppo lunga , vista la mia momentanea demenza , visto che lei ci stava con quasi tutti ( forse anche con me, ma al momento il mio cervello risultava assente e i miei occhi erano per Camilla) , se ne andò con questo tizio e …fine della storia.
L’ immagine di Camilla che dormiva mi aveva alterato un po’ , il perché non è difficile da intuire , pensateci e troverete la risposta in voi stessi (e nelle vostre mutande).
Per rilassarmi , decisi di prendere il lettore mp3 e ascoltarmi un po’ di musica , così mi sarei distratto e avrei pensato ad altro.
Purtroppo , quasi tutte le canzoni del cd parlavano d’amore!
Cominciava Bon Jovi con “ I ‘ll love you baby always…”, poi Elton John con “ a wonderful life is now you ‘re in the world …” , poi Masini con “ . t’innamorerai ... starai ferma li e succederà da sè...” , poi Robbie Williams con “ ..she offers me protection…i love the angel instead…” , poi ancora Vasco Rossi “ …una canzone per te…non te l’aspettavi ehh…” e tante altre.
Era come se a un tifoso dell’ Inter che volesse dimenticare il famoso 5 Maggio 2001 gli proiettassero in continuazione le immagini della Lazio che per la quarta volta buca la rete e della Juve che esulta!
E’ una bastardata!!!
Spensi il lettore mp3 e cominciai a riflettere seriamente su ciò che mi stava accadendo.
Ricapitolando : ero partito per la Germania con l’idea di divertirmi , di rilassarmi e , diciamo la verità , di farmi la bionda in 3D.
Stavo tornando in Italia per niente rilassato , molto lunatico e schizofrenico e perso per una ragazza della mia classe di cui il mio migliore amico mi parlava ininterrottamente da quasi due anni.
Non c’è che dire : proprio un bel affare di merda.
Adesso avrei dovuto cominciare a pensare a come risolvere questa situazione , a cosa fare quando sarei tornato a casa alla mia vita di sempre , a come fare a fingere che niente in me fosse cambiato ; anche se quello che stava tornando dalla Germania era un'altra persona.
Per le ore seguenti del viaggio , io cercai di non pensare a niente , ma tutti i miei sforzi furono vani quando Domitilla si alzò dal suo posto accanto a Camilla , venne incontro a me e disse :
“ Devo parlare con Robi , mi fai sedere qui? Te siediti accanto a Camilla!”
A una velocità maggiore della luce , il mio cervello che si era momentaneamente assentato dalla realtà per motivi personali , si risvegliò e cominciò a smoccolare.
“ Accidenti a quella maiala troia schifosa vacca della puttana della sorella della cugina della mamma della zia della nonna della moglie di Superman”
N.B. le parole non furono esattamente queste , ma per motivi di auto censura ,l’autore differisce dal riportare frasi che potrebbero offendere la religione e la moralità di chi legge.
…omissis…
E così , con lo stesso spirito che aveva Bruce Willis in Die Hard (vale a dire incazzato nero) , mi alzai dal mio posto e lo cedetti a Domitilla , mentre io , mesto e confuso , mi andai a sedere accanto a Camilla.
Evitai di guardarla negli occhi , evitai di guardarla proprio così come avevo evitato di parlarle per tutto il viaggio , ma la cosa adesso avrebbe destato qualche sospetto , così fui costretto a girarmi verso di lei e a parlarle.
“ Come va? Che fai di bello?”
Le prime parole che le rivolgevo nell’arco della giornata e tutto quello che mi venne in mente fu : che fai di bello? Proprio un bell’inizio!
Che fai di bello? Che cazzo doveva fare di bello su un pullman che la riportava a casa dopo una gita? Guardare il sole? La gente che passava? Contare quante righe erano disegnate sull’autostrada?
Che domanda da deficiente!!!
“ Niente , sai ascoltavo un po’ di musica.”
“ Chi ascolti?”
“ E’ un misto. Vuoi sentire?”
Dille di no , dille di no…
“ Ok.”
Coglione…
“ Prendi una cuffia!”
Il lettore partì e come per maledizione la prima canzone del cd fu Always di Bon Jovi.
Ancora Always a rompere le palle!!! Maledetto Bon Jovi!!!
Always è una di quelle canzoni talmente struggenti che ti fa sentire male ogni volta che la ascolti, perché parla di un ragazzo che ha perduto il suo amore e sa che lei non lo vorrà mai più , ma nonostante questo trova la forza per dirle le ultime parole “I ‘ll love you baby always”, ti amerò per sempre.
Il pensiero di amare una persona per sempre è terribile ,se sai che quella stessa persona non ti amerà neanche un giorno della sua vita , è terribile sapere di non essere niente per la persona che per te è tutto ; ti senti svuotato , inutile , insignificante.
In quel momento io mi sentivo esattamente così : stavo ascoltando una delle canzoni più struggenti d’amore con la ragazza di cui mi stavo innamorando e che ero sicuro non mi avrebbe amato mai.
Mentre le parole della canzone scorrevano lentamente, io realizzavo che da quel momento in poi per me sarebbero cominciati giorni molto difficili.
Finita Always , cominciarono altre canzoni , ma io neanche le stavo a sentire : ormai non sentivo più niente , non vedevo più niente che non fosse lei.
Vedevo i suoi capelli biondi , il suo viso , i suoi occhi che mi guardavano e , dentro i suoi occhi sembrava veramente di vedere il mare , come diceva Masini in una sua canzone.
Non ricordo cosa le dissi quel giorno , a essere sincero non ricordo più niente di quel giorno che non fosse lei ; l’unica cosa che ricordo è che verso le 22.00 arrivammo a Firenze e che avevo trascorso la maggior parte della giornata vicino alla ragazza di cui mi stavo innamorando.
Il primo giorno in Italia lo trascorsi sdraiato sul divano a fare quello che mi riusciva meglio : guardare un film.
Guardai Le Iene di Tarantino per cercare di distrarmi dal pensiero di Camilla che mi opprimeva , ma invece di distrarmi il film risvegliò in me la furia omicida che avevo già avvertito in Germania e , mentre Mr. Blonde torturava il poliziotto , io mi immaginavo di fare la stessa cosa a ogni ragazzo che si fosse avvicinato a Camilla da quel momento in poi.
Non riuscivo a non pensare a lei , era un’ossessione ; ed ero solo al primo giorno post sbandata : ciò che sarebbe accaduto nei giorni seguenti non osavo neanche immaginarlo.
L’indomani tornai a scuola , c’eravamo tutti e , ovviamente c’era Camilla.
Nel vederla non provai nessuna sensazione , non mi sentii né male né cose di questo genere : niente , calma piatta , come dire : non pervenuta.
“ Già tutto finito!” pensai “ Hai visto Roberto , ti è gia passata!”
Le ultime parole famose : non mi era passata proprio per niente.
Dopo l’incomprensibile non reazione iniziale , cominciai a ripiombare nella condizione di tutte le persone innamorate croniche : quella da ebete.
E così fu nei giorni a seguire , sempre peggio , sempre più rincoglionito.
Arrivato a questo punto , decisi che era l’ora di parlarne con Alessia.
In realtà avrei potuto parlarne prima con Marco , ma non gliela volevo dare vinta a quello stronzo : in fondo era anche un po’ colpa sua se mi stavo rincretinendo , ed ero sicuro che se glielo avessi detto mi avrebbe preso per il culo per un ora di seguito.
1 commento:
...ignipott passa e saluta...
ignipott.blogspot.com
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