sabato 1 novembre 2008

NOTIZIE DAL MONDO

Chiuse le rubriche sui grandi film, è ora di far risentire la mia voce su quanto accade nel mondo extracelluloide, ovvero quello reale.
Tra pochi giorni gli Stati Uniti voteranno il loro presidente, mentre in Italia c'è qualche problemino logistico con il nostro presidente.
Insomma: capitolo Silvio Berlusconi, cosa sta accadendo nel nostro paese?
Il governo sta scontentando un po' di persone con alcune riforme sul settore scolastico; da una parte il decreto Gelmini, dall'altra la riforma Tremonti.
Piccola lancia spezzata in favore della Gelmini, ovvero il Ministro con la riforma universitaria non c'entra una beata mazza, quindi protestare contro la Gelmini per la riforma universitaria non ha senso.
Ha senso invece la protesta, nell'ascendente del termine protesta in quanto tale, ovvero forma pacifica di dissenso verso qualcosa.
Dal momento che il dissenso e la protesta sono due diritti inderogabili e naturali, in conclusione una protesta ha sempre senso, anche quando siamo in errore.
Non ha senso fare una protesta violenta, ma non mi sembra sia il caso di chi manifesta in questi giorni.
E qui veniamo a Silvio, che ha minacciato di mandare la polizia per far cessare le proteste, salvo poi ritirare e negare quanto detto, anzi affermare di non averlo mai detto, quando lo hanno chiaramente sentito e ripreso.
Ma questo per Berlusconi è normale, non è normale minacciare l'uso della forza armata per sedare un dissenso, perchè che piaccia o meno al Governo, protestare è un diritto che non si può toccare.
Solo le dittature ti privano del potere e del diritto del dissenso, e difatti l'atteggiamento del Governo ricalca probabilmente quello dittatoriale.
Sul discorso Polizia, sarebbe opportuno che la Polizia andasse a casa di Berlusconi, e se insieme alla Polizia andasse anche la Guardia di Finanza, sarebbe meglio.
A parte che non gliene fregherebbe niente, tanto si farebbe una legge il giorno dopo.
Comunque, dicevamo sulla riforma universitaria; le proteste vanno indirizzate a Tremonti, non alla Gelmini.
Lascio ad altri la facoltà di giudicare le proposte governative, e le ragioni del dissenso del paese, ma ribadisco e sottolineo che il diritto alla protesta è sacrosanto.

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