martedì 12 ottobre 2010
MISTERO E MALINCONIA AD ABBEY ROAD
Di recente mi sono trovato a passare per caso (ho preso un aereo, un autobus e una metropolitana per passare per caso) da Abbey Road, via di Londra nel quartiere Wesminster luogo degli studi di registrazione dove i Beatles incisero i loro album.
Quello che si respira in quella via è un’aria di sacralità, una sorta di pellegrinaggio che si deve fare per visitare i luoghi dove John, Paul, George e Ringo hanno creato i loro capolavori, i luoghi dove i Beatles iniziarono la loro storia e dove la conclusero.
Abbey Road, oltre al nome della su citata strada, è infatti anche il titolo dell’ultimo album dei Beatles in studio targato 1969 (il successivo Let It Be fu registrato live e con pezzi precedenti al ’69) ; ha una struttura unica nella discografia beatlesiana. Il lato B, infatti, è costituito quasi interamente da un lunghissimo medley in cui ballate e brani rock si susseguono senza soluzione di continuità, con temi ripresi e variazioni, fino a un imponente crescendo finale. Questa formula anticipa le produzioni che caratterizzeranno gran parte della produzione rock degli anni settanta.
È decisamente un album importante e il suo altissimo livello ha quasi del miracoloso: i quattro musicisti erano allora impegnati, nelle loro personali avventure e disavventure soliste e partecipavano solo raramente alle registrazioni, e quasi mai tutti insieme. Poteva uscirne un album stanco, slegato al suo interno e invece siamo di fronte ad una vera pietra miliare, non solo per i Beatles ma per l'intera musica.
Famosa è la foto copertina dell’album, con i quattro musicisti che attraversano Abbey Road da un marciapiede all’altro, diversi elementi in questa foto contribuirono ad alimentare la leggenda della morte di Paul McCartney: Paul, terzo a seguire nella fila, è l'unico scalzo ad attraversare la strada (nel Regno Unito i morti vengono sepolti scalzi) e fuori passo; in testa al gruppo c'è John Lennon che dovrebbe rappresentare il gran sacerdote, ministro del culto, a seguire Ringo Starr completamente vestito di nero (da impresario delle onoranze funebri) e in ultimo George Harrison vestito tutto in jeans, come un becchino.
È l’album più malinconico della storia dei quattro ragazzi di Liverpool, infatti nessuno sapeva che per loro sarebbe stato l'ultimo album, tranne i Beatles.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento